Tempi duri per gli investigatori privati, nuove leggi minacciano la professione

By Febbraio 20, 2017blog

L’infedeltà coniugale potrebbe non essere più un argomento da portare in tribunale, il 25 febbraio a Palazzo Madama dei senatori del PD hanno depositato un emendamento (tutto da approvare) “Togliere dall’articolo 143 del codice civile il riferimento all’obbligo reciproco di fedeltà tra i coniugi” –. Qualora Palazzo Madama approvi questa riforma, il coniuge tradito non potrà più addebitare al coniuge fedifrago la separazione giudiziale e non sarà il solo ad essere danneggiato. In Italia ci sono circa 4500 investigatori privati, che basano buona parte del loro business sulle relazioni extraconiugali.

Molti, non tutti, c’è chi a riguardo della possibile eliminazione dell’obbligo di fedeltà, si dimostrano comunque fiduciosi. L’investigatore Privato a Roma, Giuseppe Tiralongo, direttore dell’agenzia investigativa Atlantica Investigazioni dice “Il lavoro non verrà meno: un indagine sulla condotta del marito infedele, oltre a servire per richiedere la separazione giudiziale può essere utile anche per richiedere il danno intrafamiliare causato dall’infedeltà: offendendo la dignità personale, si agisce incostituzionalmente, quindi si può citare per danni il proprio coniuge facendo domanda al giudice.

Il tradimento può essere prova anche di mancanza di sussistenza del coniuge, dell’aiuto famigliare. Giuseppe – uno dei pochi – conferma onestamente che lavora soprattutto per il privato, ancora la colonna portante di questo lavoro “molti si gonfiano, dicono: noi facciamo aziendale…”

Per privato si intende soprattutto quindi infedeltà coniugale, controllo dei minori, indagini sull’eredità, ricerca di persone scomparse. Ma l’intero settore comprende concetti come cybersecurity, bonifiche ambientali, indagini patrimoniali.

Un lavoro così complesso ed esteso che fino al 2010 poteva essere intrapreso da chiunque – poteva essere il secondo lavoro di un assicuratore -, fino a che non è stato regolamentato con il Decreto Ministeriale 269: per ottenere la licenza è stato introdotto l’obbligo di laurea e la certificazione di aver lavorato per tre anni in agenzia.

Una laurea in scienze delle investigazioni non basta però per diventare detective: Giuseppe Tiralongo spiega che lo studio sui libri non serve a “montare un gps” o a “resistere alla tentazione di fare pipì dopo dieci ore di appostamento sotto la pioggia o sotto al sole.”.  Più utile quindi una formazione in legge, o un fotografo dotato di un buon teleobiettivo, di un esperto in criminologia “che non serve, mentre saper usare una reflex sì”.

“E’ dura oggi per chi vuole fare il detective privato, perché sono in pochi ad assumere futuri rivali, da formare a proprie spese” ci dice ancora. Un lavoro difficile, dove le leggi per la privacy ostacolano le indagini.

Una delle poche normative che ha agevolato il lavoro degli investigatori privati è stata l’approvazione all’interno del DL 2010/96 dei localizzatori GPS, da installare nelle macchine per il pedinamento elettronico. In questo modo il rischio di perdere di vista la persona attenzionata diminuisce, il lavoro diventa mirato e spesso si riduce l’intervento ad un solo operatore.

Persino il gps però non può nulla nei casi in cui il cliente richiede indagini di tipo finanziario, come il recupero crediti. L’home banking ha azzerato il bisogno di recarsi in banca per effettuare operazioni sul proprio conto, quindi come si fa a scoprire un patrimonio nascosto? A questa domanda molte agenzie rispondono di malavoglia, oppure dichiarano apertamente che non se ne occupano.

“Quando mi chiedono di definire il profilo finanziario di qualcuno, io mi rifiuto, oppure sparo un prezzo altissimo, in modo da far desistere il cliente. Le richieste di indagini illegali sono frequentissime, se le avessi accettate a quest’ora sarei ricco” dice Tiralongo.

Ma per altri invece è solo una questione di efficienza e organizzazione: Un ex dipendente di una celebre agenzia racconta in forma anonima che in questo settore è diffuso l’utilizzo di trader anonimi che forniscono dati e che spariscono al momento giusto. Una volta ottenuta velocemente la certezza dell’esistenza di conti correnti si procede a un’indagine legale, più lenta ma dal risultato certo.

 I tempi di risoluzione di un caso in cui si richiedono informazioni più facilmente reperibili – come eventuali corna – possono variare: una settimana, dieci giorni per un caso di infedeltà coniugale, qualche giorno per verificare l’assenteismo di un dipendente. E di conseguenza variano anche i costi: tariffe orarie da 70/80 euro per i casi che si pensa di poter risolvere in poco tempo, forfait per le indagini più lunghe di una settimana.

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